Home » Magazine » Recensioni » A Orange is the new black tifo per gli uomini

A Orange is the new black tifo per gli uomini

scena tratta da orange is the new black - serie netflix

Più guardo e più mi convinco di una cosa: a Orange is the new black tifo per gli uomini.
Sí è vero, forse non è una cosa molto apprezzabile e in rete non ho trovato tante riflessioni a riguardo, ma che importa? OITNB è una serie che sembrerebbe interamente dedicata alle donne, ma in un certo senso questa definizione la rende limitativa. Da pochi giorni sono usciti su Netflix i nuovi episodi della quarta stagione. Li ho visti tutti in due giorni, come faccio di solito. Full-immersion nel carcere femminile di Lichtfield ho imparato molte cose, ho pianto, riso a crepapelle, odiato e amato guardie e carcerate.

Come dicevo, tifo per gli uomini. Tifavo già da un po’, ma con la quarta stagione ho passato molto tempo a sperare. Sperare in un cambiamento umano del sesso maschile. Orange ha cercato e cerca di mostrarci Piper e le sue amiche di prigione sotto un aspetto compassionevole (tranne rare eccezioni): queste donne hanno fatto degli errori – a volte sono quasi estranee ai fatti – sono andate in carcere per scontare una pena che spesso, alla luce dei consueti Flashback con cui si riesuma il passato delle condannate, risulta quasi essere sproporzionata al danno recato alla società. Perché? Perché siamo umani e a causa dell’ambiente in cui viviamo, a come siamo stati educati, o dalla possibilità di farcela o meno che ci offre la comunità, ci mettiamo nei guai o reagiamo in un modo “poco convenzionale”.
Questo metodo “compassionevole” era quasi inesistente per le guardie nella prima stagione, e si è via via sviluppato nel corso della seconda, terza e quarta. Per fortuna!

Le speranze su Joe Caputo

Ho sperato che Hiley uscisse dalla depressione e che fosse in grado di vivere una storia d’amore con Red; che Bennet scegliesse la verità sul figlio concepito insieme a Dayanara; che Mendez potesse finalmente essere un’altra persona. Una figura quasi riscattata e Joel Luschek che in questa nuova stagione farà qualcosa per rimediare al pasticcio combinato con una delle protagoniste che più amo, Nicky.

Ho sperato che la storia tra Tiffany e Charlie “Donuts” Coates fosse romantica, ma come accade nella terza stagione, succede che Charlie fa il violento; nella quarta ho sperato di vedere un cambiamento in lui che ci sarà, anche se questo cambiamento è poco chiaro: sembrerebbe che gli autori vogliamo lasciarlo in una zona grigia, e non sai se pensare se dentro di lui ci sia del maligno o no. Ho sperato tantissimo che Joe Caputo prendesse in mano il penitenziario e lo rendesse un modello di umanità e giustizia giusta.

Gli uomini come dei mostri

La quarta stagione sorprende anche per aver messo al centro dell’attenzione personaggi che sembravano relegati a stare nell’ombra, come l’impacciato Baxter “Gerber” Bayley che combinerà qualcosa di veramente grosso… Poi ci sono i casi patologici, che ti fanno passare la voglia di sperare negli uomini: la nuova guardia Thomas Humphrey, uno di quelli “cattivi” e misogini, su di lui gli autori non hanno nessun “compassionevole” flashback che spieghi il motivo della sua meschinità. Infine, il nuovo capo gay delle guardie Desi Piscatella sembrerebbe quasi confermare il fatto che in OITNB tutti gli uomini sono dei mostri ingiustificabili, non è importante che tu sia omosessuale o no, l’importante è essere maschio.

Diciamo che, se all’esordio Orange is the new black era una serie quasi interamente contro gli uomini, femminista a senso unico, che propagandava una visione “cool” del lesbismo, col passare delle stagioni ha elogiato sempre meno la donna in sé, e guardato al genere umano senza pregiudizi di sesso. Grazie a questo cambio di rotta, gli autori sono riusciti a sviluppare uno dei temi più importanti della serie: la denuncia al sistema carcerario americano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vuoi il 10% di sconto? Clicca qui
Torna in alto