Ebbene sì, Alessandro Di Battista dice la verità sul fatto che persino ChatGPT considera la più grande fake news degli ultimi anni la presenza di armi di distruzione di massa nelle mani di Saddam Hussein. Fare un fact-checking era per me doveroso, visto che l’ex Cinque Stelle cita spesso nelle interviste questa tremenda bugia che ha portato l’Occidente a una delle più rovinose guerre dell’età moderna.
Stavo guardando un video/dialogo tra Alessandro Barbero e l’autore di Scomode verità: Dalla guerra in Ucraina al massacro di Gaza quando quest’ultimo dice:
Se si domanda a chatGTP, la intelligenza artificiale, “Qual è la più grande menzogna detta e propagandata dal
sistema informativo tradizionale negli ultimi 40 anni” l’intelligenza artificiale risponde: “La presenza di armi di distruzione di massa alla vigilia dell’invasione americana dell’Iraq”.Tra l’altro un anno prima di Colin Power che mostrava queste prove fake al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Netanyahu che era ministro degli Esteri se non erro dello Stato di Israele, disse: “Guardate che c’è un programma di Saddam Hussein per creare armi nucleari” perché poi Israele voleva la guerra contro l’iraq e contro Saddam Hussein. Dunque abbiamo a che fare con delle menzogne enormi.
Ho deciso di testare con mano se fosse vero. Dovevo sapere una buona volta se Alessandro Di Battista dicesse la verità. Così ho chiesto a ChatGPT, e l’intelligenza artificiale mi ha risposto come segue:
La più grande fake news degli ultimi 30 anni è un argomento dibattuto e può variare a seconda delle prospettive, ma una delle più significative e influenti è sicuramente la bufala delle “armi di distruzione di massa” (WMD) in Iraq.
Contesto
Nel 2003, gli Stati Uniti e i loro alleati invasero l’Iraq con il pretesto che il regime di Saddam Hussein possedeva armi di distruzione di massa che rappresentavano una minaccia immediata. Questa affermazione si basava su informazioni di intelligence che si sono poi rivelate errate o esagerate.
Conseguenze
Invasione dell’Iraq: La guerra ha portato alla caduta di Saddam Hussein ma ha anche innescato anni di conflitto e instabilità nella regione.
Perdita di vite: Centinaia di migliaia di iracheni sono morti a causa del conflitto, insieme a migliaia di soldati della coalizione.
Crescita del terrorismo: Il vuoto di potere creato dalla caduta di Saddam ha favorito la crescita di gruppi estremisti come al-Qaeda in Iraq e, successivamente, lo Stato Islamico (ISIS).
Credibilità compromessa: La fiducia nell’intelligence e nelle dichiarazioni ufficiali dei governi occidentali, in particolare degli Stati Uniti e del Regno Unito, è stata gravemente danneggiata.
Altri esempi notevoli
Teorie del complotto sull’11 settembre 2001: Diverse teorie del complotto hanno sostenuto che gli attacchi dell’11 settembre fossero un “inside job” orchestrato dal governo degli Stati Uniti.
Movimento anti-vaccinazione: Le fake news riguardanti i vaccini, come la falsificata correlazione tra vaccini e autismo, hanno avuto un impatto significativo sulla salute pubblica.
Interferenze elettorali: Le notizie false riguardanti le interferenze russe nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2016 e altre elezioni in tutto il mondo hanno avuto ripercussioni politiche globali.
Riflessione
Le fake news hanno il potere di modellare opinioni pubbliche, influenzare elezioni, scatenare guerre e provocare crisi sanitarie. È fondamentale avere una cittadinanza informata e critica e sviluppare strumenti efficaci per combattere la disinformazione.
Alessandro Di Battista dice la verità ma…
Seguo con grande attenzione gli interventi di Di Battista e mi affascina molto la sua passione e la sua preparazione. Inoltre, mostra sempre una giusta dose di onestà intellettuale. Possiede caratteristiche molto rare nel panorama politico italiano moderno. Ciononostante, ho una mia teoria sul suo vero ruolo.
Da quando è uscito dal Movimento, dopo la bruttissima parentesi di governo con la Lega di Salvini, macchia indelebile che il partito di Grillo si porterà dietro a lungo, Di Battista ha costruito piano piano un’immagine di individuo indipendente e coraggioso. È vero, ma non è l’unico. Ne conosciamo tanti di “bravi e liberi dal partito”. Il primo che mi viene in mente è l’ottimo Bersani, il quale è capace di dire sempre la cosa giusta nel modo giusto. Quando va in TV si fa chiamare “leader storico della sinistra” e mostra, come Di Battista, sensatezza nell’esporre le sue tesi riguardo al mondo e alla politica. I due, in fin dei conti, fanno la stessa cosa: cercano di attrarre voti verso i loro ufficiosi partiti.
L’unica cosa che li differenzia è l’età. Non credo che Bersani ritornerà mai a svolgere una carica ufficiale in un futuro governo PD. Di Battista, invece, che è giovane, con probabilità si rivelerà essere la carta speciale che il Movimento Cinque Stelle si giocherà in un futuro più o meno prossimo. Grazie ai suoi viaggi, ai libri che scrive, agli spettacoli, al suo coraggio sul massacro a Gaza e sul conflitto tra Ucraina e Russia, Di Battista, il duro e puro, potrebbe portare i Grillini agli albori degli inizi. Sta studiando tanto, non per essere libero, ma per essere un presidente del consiglio o almeno degli esteri.
Farebbe male? No, certo che no. Trovo soltanto eticamente scorretto non dirlo apertamente. Forse fa solo finta di essere fuori dal partito e il suo ruolo è stato creato a tavolino da Grillo e soci. La mia è solo una teoria, e come ho detto lui non è l’unico. Oltre a Bersani, potrei citare tanti altri divenuti giornalisti e opinionisti. Bocchino, Andrea Scanzi, Luca Sommi, Mario Sechi… l’esercito dei falsi liberi che invece lavorano a lungo termine, nell’ombra, per il partito che li ha posizionati.