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La vita come un film Nouvelle Vague

La vita come un film Nouvelle Vague - scarpe rotte a prenzlauer berg berlinoScarpe con tacco dimenticate in strada, Berlino. Foto di Giuseppe Govinda.

Il mio film Nouvelle Vague a Berlino.

Quando mi sveglio mi trovo in una vasca da bagno senza acqua, indosso una cravatta e della biancheria nera. Tutto è in bianco e nero, ma non ci faccio caso più di tanto. Fumo una sigaretta e recito Balzac. Vado di là, e trovo nuda sul divano Brigitte Bardot. Fuma una sigaretta. Brigitte è la mia ragazza ma è anche una puttana e fa sesso con il mio migliore amico Jean-Luc. Trovo interessante molte cose di noi tre, come quella volta in cui abbiamo fatto una corsa veloce attraverso l’Alte Nationalgalerie.

Dico che voglio uscire. Lei alza gli occhi brevemente e soffia un po’ di fumo verso il soffitto, dicendo: “Jean-Paul, ti lascio”. Scendo in strada e nel tragitto penso che Brigitte mi ha lasciato. Questo dopotutto mi lascia indifferente. Sento che nella giacca ho ancora il revolver. E forse ho intenzione di uccidere Brigitte o Jean-Luc. Rubo una Renault posteggiata all’angolo della strada Prenzlauer Allee e viaggio per le vie della città. Arrivo alla Torre della televisione e immagino che sia la Torre Effeil. Fumo. Al primo semaforo rosso esco dalla macchina ancora accesa. Compro le sigarette e una copia del giornale Berliner Zeitung che butto subito dopo in un cestino della spazzatura senza leggerlo.
Entro in un bar e chiedo un latte macchiato. Nell’attesa accendo una sigaretta ma mi accorgo di averne già un’altra… Non importa, la seconda sigaretta la sposto nell’altro angolo delle labbra.

Palazzo occupato, Berlino. Foto di Giuseppe Govinda.

Il macchiato arriva e gli butto dentro 7 cucchiaini di zucchero uscendo dal bar senza berlo.
Poi vado al cinema Kulturbrauerei a guardare un film di Humphrey Bogart il quale parla di un omicidio fumando una sigaretta. Nella seconda fila di fronte a me c’è Anna. Ha i capelli neri, occhi grandi e fuma. Mi siedo accanto a lei, e le chiedo se possiamo andare fuori.

Camminiamo in un vicolo. Indossa un fiocco tra i capelli. Fumiamo. Le domando se vuole venire a letto con me. Mi risponde che non lo sa, dobbiamo vedere attraverso i nostri occhi se c’è amore tra di noi, ma non possiamo a causa del fumo delle sigarette.
Rubo un’altra Renault Cabriolet e ci dirigiamo verso il mar mediterraneo. Anna indossa una t-shirt e dei jeans attillati. Fuma. Io indosso una camicia blu e un berretto basco nero. Anna è innamorata di me ma non sa niente di Brigitte. Si sdraia nuda su una roccia, guardando il cielo, e io mi fumo una sigaretta leggendo Flaubert. Torniamo a Berlino.

Negozio computer vintage, Berlino. Foto di Giuseppe Govinda.
Automobile d’epoca, Prenzlauer Berg, Berlino. Foto di Giuseppe Govinda ampliata con l’IA.

Il film Nouvelle Vague continua

Incontro Brigitte in un bar sulla Kastanienallee: “Ho lasciato Jean-Luc, Jean-Paul, adesso sto con Jean-Pierre”.
“Allora possiamo fare sesso di nuovo insieme” dico accendendomi una sigaretta.
“Non credo che possa andare Jean-Claude”, risponde Brigitte accendendosi una sigaretta.
“Io non sono Jean-Claude, ma Jean-Paul” dico.
“Ma allora chi è Jean-Claude?” chiede Brigitte.
“Brigitte, la vita è una strada che conduce in campagna in cui alla fine sei da solo. Non riusciremo mai a raggiungere la stazione di servizio”

“Ho subito capito che hai un’altra donna” afferma Brigitte piangendo. Tiro fuori la pistola e inizio a spararle contro. Torno nella mia Renault, in cui Anna mi stava aspettando.
“Jean-Claude, cosa hai fatto?”
“Ritorniamo al mare” dico, e penso che adesso mi chiamo di nuovo Jean-Claude e non Jean-Luc. O Jean-Paul. Insieme andiamo nel suo appartamento, dove voglio nascondermi dalla polizia. Fumiamo ancora un paio di sigarette e poi andiamo a dormire.
“Sono entusiasta che tu sia un assassino” dice Anna la mattina seguente dal bagno truccandosi. “Ma io ti ho tradito dicendolo alla polizia”

“No, questo è terribile” piango perché mi sono accidentalmente fumato negli occhi. La confessione di Anna non mi scuote più di tanto. Corro in strada ma ci sono già dei poliziotti che mi attendono e iniziano a spararmi. Sanguinante cado sulla strada. Anna viene verso di me.
“Jean-Pierre, ti amo, ma adesso sei morto”.
“Io non sono Jean-Pierre” dico appena prima di morire.
Fin del mio film Nouvelle Vague a Berlino.

Prater, Berlino. Foto di Giuseppe Govinda.

Ascolta i podcast tratti da Hallo Berlin!

Articolo pubblicato la prima volta: 12/2012

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