Su IsoladelleroseTV, la serie di gameplay Pensa Giocando, ideata da me, Giuseppe Govinda, nel 2017, ha preso ispirazione da diverse fonti. Prima di iniziare questa lunga avventura, ero uno spettatore e, ai tempi, seguivo con grande attenzione il gamer americano John Wolfe. Come ho sempre detto sui social, John è una delle mie più grandi ispirazioni, e se la mia serie di let’s play esiste, è anche grazie a lui.
Purtroppo, il tempo passa e, dopo tutti questi anni, lo streamer è cambiato. È passato dall’essere un fan dei videogiochi horror story-driven a detestarli. Forse per ragioni economiche, forse per motivi personali che non potrò mai comprendere. Il Giuseppe del passato non avrebbe dormito la notte nell’attesa di vedere il John del passato giocare a Silent Hill 2. Ma siamo nel presente, e oggi non mi importa nulla del suo parere sul leggendario titolo di Konami.
Il cambiamento di John Wolfe
Negli ultimi due anni, dopo aver stravolto il suo canale principale, il texano ha condiviso, giocata dopo giocata, frustrazioni e conseguenti cattiverie su Bloober Team e sugli horror psicologici. La casa di sviluppo polacca è stata continuamente presa di mira da John, che l’ha regolarmente utilizzata come esempio negativo. Nell’ultimo anno, tutte le volte che ha giocato a un videogioco horror, ci sono stati momenti nei suoi video in cui faceva battute, battutine e frecciatine su Bloober Team, sugli horror psicologici e persino su Silent Hill.
Io ho iniziato a giocare su YouTube perché volevo essere come lui. John amava esplorare i videogiochi horror e gli indie horror, amava leggere. Adesso John non fa altro che criticare tutti gli indie horror che gli capitano sottomano. È riuscito a criticare persino Silent Hill: The Short Message.
Una delle critiche che non condivido e che trovo faziosa e alquanto stupida è quella secondo cui in ogni horror psicologico, soprattutto negli indie, i creatori sbagliano a inserire tematiche che rientrano nel campo della psicologia, della psichiatria, della violenza, dell’oscurità. Si lamenta persino tutte le volte che trova pillole in un videogioco horror. Ma, caro John, è un horror PSICOLOGICO, certo che troverai tutte quelle cose appena citate.
Wolfe è cambiato quando ha giocato a Granny. Dopo quel let’s play, ha pubblicato un video sui giochi brutti che somigliano a Granny. Da quel momento, la sua personalità è cambiata irrimediabilmente. È come se la voglia di approfondimento lo avesse consumato dall’interno.
Attenzione però, la critica costruttiva è sempre ben accetta. Il suo atteggiamento, invece, è puro sbeffeggio. Lo ha fatto, ad esempio, nei gameplay di Reveil e Alone in the Dark, per citare due serie horror recenti coperte sul suo secondo canale, John Twolfe.
Da ispirazione a trigger
John Wolfe, sul remake di Silent Hill, si è dimostrato essere uno dei tanti che ha diffuso odio per punzecchiare la fan base e aumentare le visualizzazioni. No, John, così non si fa. Non posso accettarlo da chi consideravo diverso dagli altri. (Per approfondire, consiglio questo articolo su un gruppo Facebook in cui hanno definito un video di Thegamingmuse “autistic b*.” Si parlava dell’esistenza del Team Silent).
Per questo motivo, non ho alcun rispetto per le critiche che farà su Silent Hill 2 e non ho voglia di farmi prendere in giro da lui. Non voglio farmi ferire da lui. La mia salute mentale è già instabile per altri motivi, e non voglio mettermi ulteriormente in pericolo, mentre lui se la ride sotto i baffi. Non guarderò John Wolfe giocare a Silent Hill 2.
Un’alternativa migliore a John
Per chi invece vuole guardare i gameplay di Silent Hill 2 Remake, oltre a farlo sul mio canale YouTube, consiglio i walkthrough di labronzejade, una gamer americana che seguo con grande piacere da un bel po’. Lei non diffonde critiche che feriscono chi le ascolta. È molto positiva, onesta e dimostra passione in quello che fa.