Dopo l’anteprima mondiale al Festival internazionale del cinema di Berlino, è uscito nelle sale italiane Fifty shades of grey, il film tratto dall’omonimo romanzo (primo di una trilogia che prosegue con Cinquanta sfumature di nero e Cinquanta sfumature di rosso) scritto nel 2011 dalla scrittrice inglese E. L. James. Diretto da Sam Taylor-Johnson, con protagonisti Jamie Dornan e Dakota Johnson, racconta la storia di Anastasia Steele, studentessa di ventun anni. Anastasia vive una vita alquanto noiosa, tra libri e casa. Un giorno, quando sostituisce una sua amica influenzata per un’intervista a Christian Grey, le cose cambiano. Christian è un giovane imprenditore miliardario con una personalità alquanto magnetica. Anastasia si accorge di essere attratta irresistibilmente da quest’uomo bellissimo e misterioso. Christian mette però in breve tempo le cose in chiaro: la sua è una personalità dominante e il rapporto dovrà sottostare a precisi patti.
Ogni coppia ha le sue regole, e un rapporto significa anche scendere a patti. Nel film le regole di coppia sono regolate da un vero e proprio contratto. Christian non vuole dormire nello stesso letto di Anastasia e vuole avere rapporti sadomaso.
Ci sono coppie che amano fare sesso anale, chi orale, chi frequenta i circoli degli scambisti, chi usa dildo. La grandezza dell’amore è che ci fa sentire parte dell’altro. Anastasia, così attratta e innamorata persa, accetta di essere frustrata e sculacciata, fa pure delle ricerche per conoscere meglio il mondo BDSM. È pienamente cosciente a cosa va incontro, e questo la eccita ancora di più.
Per chi non ha ancora letto né il libro né visto il film non sveliamo altro della trama.

Ciononostante ci soffermeremo sugli aspetti che rendono questa storia un successo di pubblico in tutto il mondo.
Perché la saga in questione è così apprezzata? Forse perché l’autrice, come la regista, ha fatto in modo di rendere naturale ciò di cui non si parla molto. Il sadomaso diventa finalmente un fenomeno pop. Dal nostro punto di vista poi, lo scandalo non esiste e chi vorrebbe gridarlo, lo fa piuttosto per questioni di marketing o per ignoranza, o per riderci su.
Un’altra questione grottesca è quella che riguarda le domande di molti giornalisti e intervistatori rivolte a Dakota e a Jamie durante la promozione del film. Domande del tipo “cosa pensano i tuoi genitori del film?”, o “lo faresti mai vedere ai tuoi figli?”. Tutto ciò ha del ridicolo. L’industria cinematografica mainstream, di cui fa parte anche Cinquanta sfumature, è piena di scene di sesso esplicite, ma mai come in questo caso sono state poste questioni del genere. Come se si volesse far credere che sia un film pieno di sesso, quando in verità non è così. È semplicemente una storia d’amore.
A noi Cianquanta Sfumature di Grigio è piaciuto. Non vuole essere un capolavoro del moralismo e non fa niente per negarlo. L’uomo ricco, misterioso, che viene a prendere in elicottero la ragazzina innamorata e intraprendente, è un cliché narrativo vecchio quanto il mondo, è vero… Ci saremmo annoiati però se avessimo visto un film indipendente su un rapporto BDSM, e il grande pubblico non sarebbe potuto venire a conoscenza di tutto ciò. Quindi se è vero che conoscere qualcosa è un passo fondamentale per sfatarne i suoi miti, allora Fifity Shades è pure un film coraggioso, perché non volendo essere pretenzioso, fa conoscere al grande pubblico aspetti della sessualità, non tanto poco praticati, ma altresì molto nascosti (almeno tra i puritani).
Perchè, diciamolo con franchezza, chi non ha mai sognato di essere sculacciato o sculacciare qualcuno a letto? E chi non lo ha già fatto?