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La serie horror Netflix più brutta di sempre

28 giorni paranormali scena tratta dalla serie netflix con jereme e l'elmetto di dio (god helmet)Jereme che indossa il casco di dio (God helmet). 28 giorni paranormali, Netflix.

Vuoi avere anche tu il privilegio di guardare e conoscere tutti gli aspetti sulla serie horror Netflix più brutta di sempre? Allora questo è l’articolo giusto per te. Se qualcuno mi avesse pagato tutte le volte che sono scoppiato a ridere durante la visione di 28 giorni paranormali ( 28 Days Haunted) adesso sarei ricco, sì ricco proprio così, ricco. La “spaventosa” serie Netflix sul paranormale è costellata di dubbiosi eventi che puzzano di falso.

Il concept dello show si basa su una teoria dei famosi ricercatori del paranormale Edward e Lorraine Warren (che gli amanti dell’horror hanno conosciuto anche grazie ai famosi film della saga The Conjuring) per cui se provi per 28 giorni di seguito a entrare in contatto con gli spiriti di un luogo infestato avrai maggior possibilità che la connessione vada a buon fine.

In 28 giorni paranormali ci sono tre team di ricercatori, ognuno dei quali si troverà in una location diversa. I nostri eroi verranno infine controllati, si cerca di far credere allo spettatore, costantemente, ma ho i miei dubbi riguardo a ciò, dai presentatori Aaron Sagers e Tony Spera.

Team 1

Lumber Baron Inn: Shane, Ray e Amy

Team 2

Captain Grant’s Inn: Sean, Nick e Aaron

Team 3

Madison Dry Goods: Brandy e Jereme

C’è chi si definisce, medium, chi sensitivo, demonologo, e c’è anche uno scettico.

Una delle caratteristiche che più accomuna questi “documentari” horror è la drammaticità che sfocia nel patetismo di stampo ellenistico. A ogni minimo rumore, bisogna correre o gridare al lupo, trovando spiegazioni sempre più spettacolari e irrealistiche. Tra i tre team è il team 1 fin dai primi istanti il più ferrato in questa tecnica comunicativa.

Per esempio Sean nell’episodio 1 vede in sogno il fantasma di una certa Adelaide che punta il dito in direzione del cimitero. Allora i tre giovanotti vanno a dare un’occhiata. Qui si percepisce la banalità di questo show. Mi riferisco al momento in cui ci mostrano la lapide di Adelaide su cui però è incisa la scritta “Mercy”. Allora mi sono chiesto: “Si chiama Adelaide o Mercy? Hanno fatto un errore?”.

Il team che batte tutti per comicità è quello di Brandy e Jereme. La loro gestualità, i discorsi che fanno, le missioni a cui si sottopongono verranno ricordati per sempre. Una delle prime cose che fa Brandy è comunicare con gli spiriti bendata dentro a una bara aperta. In questa scena si nota la presenza/assenza di una croce che a ogni taglio di inquadratura ritroviamo in diverse posizioni. Una volta è alla sinistra di Brandy, poi a destra, poi scompare del tutto. “L’avranno aggiunta in post-produzione? Hanno girato a più riprese e montato tutto in un unico take per farci credere il contrario?”.

Al Captain Grant’s Inn non succede niente di speciale mentre al Lumber Baron Inn, Shane, Ray e Amy raggiungono lo scantinato dell’edificio per poi scappare in preda a una nuova crisi di isterismo collettivo. Questo è l’unico team che deve fare i conti con una vicenda accaduta non molto tempo fa e che si dimostrerà pericolosamente attratto all’apertura del caso.

Sempre da Shane, Ray e Amy succede un incredibile fatto caught on camera! Si aprono gli sportelli di un grande armadio. Un classico in stile Paranormal Activity.  Apparentemente anche i due presentatori Aaron e Tony stavano guardando la scena, cosa che sembra molto improbabile.

Iniziano le esagerazioni

Nell’episodio 3 vengono a mancare molti giorni di girato. Si parte dalla notte 7, qualche minuto dopo siamo alla notte 10 e subito dopo alla notte 13 e nessuno ci dice cosa accade durante quei buchi.

Quando la storia sembra troppo perfetta per essere vera (poi vera per chi? Per un bambino di prima elementare?), i libri di cinema ci insegnano che bisogna aggiungere il dubbio. Ed è qui che entra in scena Sean del team 2 il quale afferma che uno spirito avrebbe scritto sullo specchio “C U”. Lo “scettico” Nick non gli crede e qualche scena dopo durante un’investigazione chiede allo spirito: «Chi ha scritto ‘C U’ sullo specchio?» e l’entità conferma che a farlo è stato proprio Sean. “Almeno i fantasmi sono sinceri!”.

Sempre il team 2 si pregia di fare da protagonista all’evento più fake di tutta la serie. Mentre Sean e Nick vanno a investigare in giardino con una telecamere termica, trovano una parte di prato stranamente più calda. Uno penserebbe “Adesso non perdono tempo e scavano!” e invece aspettano tre lunghi giorni per investigare quella parte “calda” – piccolo dettaglio: era l’unica priva di erba e dava l’impressione di essere stata lavorata da poco.  Ci trovano dentro un pentagramma in metallo. Nick, che dovrebbe essere lo scettico del gruppo, non mette mai in dubbio la veridicità dell’evento. “Ma non si è chiesto se forse la troupe glielo ha piazzato durante le 72 ore di assenza?”.

La possessione e il casco di dio

Nel frattempo Jereme al Madison Dry Goods viene impossessato da un demone che gli trasforma la personalità. Diventa insofferente e depresso. Così dopo diversi drammi vissuti con Brandy, decide di risolvere il problema usando la sua arma più letale, il casco di dio (God helmet). Non credo di aver mai visto una scena così divertente in tutta la mia esperienza di appassionato di horror e paranormale. E a dirlo è uno come me che in passato è stato il messaggero di uno spirito.

Dopo solo due minuti, Jereme eleva a un nuovo livello la componente drammatica e patetica dello show, e lo fa chiedendo di essere portato all’ospedale a causa di un fantomatico attacco di cuore. Nell’episodio successivo ritorna al Madison Dry Goods e come se nulla fosse accaduto, lo vediamo mangiare abbastanza tranquillo del grasso junk food. “Ha avuto davvero un attacco di cuore? O è solo il cliché più cliché dell’americano con difetti dell’alimentazione?”.

Intanto Shane, Ray e Amy al Lumber Baron Inn ritornano nel seminterrato perché guidati da una visione spiritica e come per magia trovano un pezzo di giornale. A parere loro conferma il fatto che l’assassino, che ricordiamolo non è mai stato trovato, avrebbe ucciso molte più persone. È in questo momento che mi sono chiesto quanto sia giusto giocare con i sentimenti delle persone. “Dai, quel giornale è troppo ben conservato. Poi parla di un fatto di dominio pubblico!”.

Il colpo di scena finale

Lo spettacolo e i colpi di scena non potevano mancare nemmeno da Sean, Nick e Aaron. Durante un’investigazione sentono un forte tonfo. Si accorgono che lo spirito con cui stavano comunicando ha scaraventato giù per le scale della soffitta una sedia. Fin qui è tutto nella norma, accadono spesso eventi del genere in show sul paranormale. Uno spettatore attento però si accorgerà che un paio di inquadrature dopo ci ritroviamo nella soffitta, proprio davanti alla rampa delle scale e proprio nel momento in cui Sean va a controllare la sedia. “Quando lo spirito ha buttato giù la sedia, il cameraman stava già piazzato in soffitta?”.

La violenza poi è di casa da Brandy e Jereme. Il demone che aveva posseduto Jereme fa volare un vaso da una mensola, facendolo frantumare in mille pezzi e costringendo i due all’ennesima fuga.

La serie si conclude con un cliffhanger che sembra preannunciare l’arrivo di una seconda stagione. Brandy in lacrime dice: «Almeno il demone è sparito». Jereme guarda la cinepresa, lo sguardo da serial killer, il sorrisetto, gli occhi indemoniati. “Oh no, è ancora posseduto!”. Fade out. Titoli di coda.

Conclusione

Reazioni patetiche, evidenze poco credibili, recitazione ridicola. 28 giorni paranormali aka La serie horror Netflix più brutta di sempre si è rivelata essere un insulto all’intelletto umano. Malgrado tutto, aspetto con ansia la stagione 2 per farmi tante nuove risate.

Immagine di copertina: scena tratta da 28 giorni paranormali, Netflix 2022.

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