L’inchiesta di Fanpage sui giovani di Fratelli d’Italia mi ha fatto ricordare a quella volta in cui fui aggredito da un fascista. Nello scrivere questa confessione sbarra riflessione cercherò di essere più vago possibile e chiedo a chi potrebbe capire, di non avvisare o cercare questa persona che tanto male ha fatto già alla mia salute mentale, e non solo. In verità, era così ossessionato da me che ho paura mi stia controllando tutt’oggi.
All’epoca frequentavo l’università e collaboravo con la radio dell’ateneo. Avevo traslocato diverse volte, vuoi per i contratti (e sì, ho sempre fatto il contratto. Il mercato immobiliare nero vive non solo a causa dei padroni ma anche a causa di chi ne è complice e io non lo sono mai stato), vuoi per i vari problemi vissuti di volta in volta. In questa nuova casa sembrava avessi trovato gente simpatica. I primi tempi andarono abbastanza bene (mai avrei immaginato che sarei stato aggredito da un fascista) ma via via che passavano le settimane dovetti affrontare eventi alquanto traumatizzanti.
Leggi il libro di Giuseppe Govinda

Di questo periodo ne parlo nella prima metà del mio romanzo Senza Fine uscito per Isola Di Govinda. In modo particolare nel capitolo La ragazza del sud. Qui Clare, già impegnata con un tipo burbero, pratica del sesso orale al protagonista Govinda.
Le immagini di Fanpage
Non sono mai stato bravo a capire i miei sentimenti, a farmi rispettare, e per quanto mi riguarda solo il tempo riesce a darmi una certa dose di consapevolezza. Vedere i giovani di Fratelli d’Italia parlare di Mussolini, cantare i suoi inni, vedere le immagini di un gruppo fascista pestare un povero malcapitato già a terra come mostra Fanpage, mi ha ricordato un paio di cose. Più precisamente ho pensato a un coinquilino di quella nuova casa che chiamerò per ragioni di riservatezza Pupù. Pupù si dimostrò essere in un primo momento un tipo strano, poi un esaltato e infine una persona preoccupante e malata.
Come sempre accade quando sei vittima di bullismo, all’inizio i bulli ti invitano a entrare nel loro gruppo. In cent’anni di cinema, e in millenni di letteratura, ne abbiamo viste e lette tante di storie del genere. Un esempio lo è Carrie – Lo sguardo di Satana (1976) quando invitano la protagonista al ballo di fine anno che si dimostrerà essere un’esperienza da incubo. Così accadde a me. Pupù e gli altri mi fecero entrare nella loro cerchia. Alle feste però ero sempre quello da prendere in giro, quello da sminuire, quello su cui ridere. Io un po’ ingenuo li lasciavo fare, forse per un pizzico di autolesionismo.
Il fascismo non è stato sepolto insieme a Mussolini. Chi lo dice è in malafede o non capisce che il fascismo è uno stile di vita. Alessandro Barbero nelle sue numerose ricostruzioni storiche me lo ha insegnato.
Giuseppe Govinda
Preso di mira perché antifascista
Pupù mi aveva preso di mira. Da sempre sono un antifascista e non avevo una grande cultura riguardo al mondo degli squadristi. Ho sempre evitato di perdere tempo con le cose che sapevo di odiare. Ogni mattina Pupù si svegliava e cantava a squarciagola canzoni dal tono militaresco. Energico e scattante intonava quei buffi motivi e alzava la voce di fronte camera mia. Se avevo la porta aperta, si fermava sull’uscio, mi guardava con quegli occhi da pazzo e quel sorriso ritratto e poi andava via. “Mah” dicevo tra me e me un po’ stranito. Poi un giorno, dopo l’ennesima sveglia irritante, mi venne la curiosità di cercare il testo su internet. Scoprii che quei brani erano tra gli altri Faccetta nera e l’Inno Dei Giovani Fascisti.
Come ho accennato, ai tempi lavoravo in radio. Per i miei programmi mi ispiravo a Fabio Volo. Nelle mie dirette c’erano momenti quasi surreali in cui mi mettevo a parlare a tu per tu con un potenziale ascoltatore hater. Gli dicevo avvicinandomi al microfono: «Io sono più bello di te, tu non sei nessuno, ah te la prendi con l’immigrato, ma non ti sei guardato in faccia?». Ritornato a casa, il giorno dopo, di punto in bianco mentre stavo seduto sul divano del salotto Pupù fa: «Ma allora ti senti più bello di me?». Poi ride e cambia discorso. Simile a uno stalker mi seguiva, mi ascoltava nel buio.
Aggredito da un fascista: il fatto
Pupù per qualche motivo economico era stato costretto a lasciare casa ma veniva tutte le sere a trovare i vecchi coinquilini. Si piazzavano fino a tarda notte nel soggiorno. A causa di ciò non riuscivo più a dormire. Una sera frustrato dalla situazione uscii da camera mia e con voce decisa, più alta del rumore della musica e delle loro risate, gli chiesi di farla finita.
Pupù non la prese bene. Anzi, sembrava che mi stesse aspettando (sono sicuro che mi stava aspettando, voleva una mia reazione per farmi del male). Corre verso di me come a volermi picchiare. Si avvicina ma io non faccio nessun passo indietro. Così il suo naso colpì la mia fronte. Pupù sbotta, mi insulta e mi butta a terra con una spallata. Mi sferra un calcio. Se avesse raggiunto la mia testa adesso forse non sarei qui a raccontarvi l’accaduto. Per fortuna mi colpì il braccio (che per un istante credetti rotto). D’istinto mi alzai e corsi a chiedere aiuto alla padrona di casa che viveva nello stesso stabile.
Purtroppo anche la padrona di casa e la sua famiglia erano dei grandi fascisti. Tempo prima durante il pagamento dell’affitto, Pupù si era accorto che nel loro appartamento esponevano diversi cimeli del duce e dell’era fascista. Lo raccontò a me e agli altri coinquilini con ammirazione. Quindi alla fine non ricevetti nessun aiuto specifico dalla padrona di casa e nemmeno dagli altri coinquilini. Cercarono solo di calmare gli animi. Al contrario, non passò molto che mi obbligarono a traslocare facendomi sentire sbagliato.
Cosa è successo dopo l’aggressione?
Adesso non posso ricordare tutto, per fortuna sono andato avanti e per anni non volevo accettare di essere stato aggredito da un fascista. Mi ricordo però che dopo aver lasciato quella casa avevo visto Pupù in un bar. In realtà non sono sicuro fosse lui, credevo di averlo visto, avevo sentito una voce come la sua e mi era sembrato di vedere la sua sagoma in fondo al locale. Senza investigare ulteriormente, tremando, me ne andai subito. Non volevo incontrarlo. Mi faceva troppa paura.
Non sono singole mele marce
Per rispondere alla domanda che si pone il direttore di Fanpage Francesco Cancellato durante il lancio dell’inchiesta, i soggetti mostrati sulla “Gioventù Meloniana” non sono delle mele marce, non sono dei singoli individui da isolare. Ciò che accade è un tema sistemico che investe le organizzazioni intorno al partito della presidente del consiglio. Quelli come Pupù e gli altri personaggi di questa mia triste storia sono un popolo. Sono i nostri vicini di casa, i compagni, gli insegnanti, la maggior pace degli ultrà del calcio, e la maggior parte dei militari italiani.
Prima che uscisse il reportage di Fanpage mi ero imbattuto su un nuovo video della BBC intitolato Fascism: Is Italy’s government allowing the past to live on?. Mark Lowen approfondisce il mondo fascista italiano ai tempi del governo Meloni. Parla dei preoccupanti raduni di Acca Larentia o alla tomba di Mussolini e intervista diversi individui. Molto emblematica è la parte con Roberto Fiore, il segretario nazionale di Forza Nuova. Fiore afferma spudoratamente di essere un fascista e nega i crimini di cui si è macchiato il fascismo.
Mark Lowen: « […] è stato un regime criminale che ha aiutato i nazisti nel deportare ebrei ed oppositori politici nei campi di concentramento. […] Persone che sono state uccise a causa del loro credo religioso e della loro appartenenza.»
Roberto Fiore: «Il fascismo non è mai stato accusato di ciò.»
Altro che mele marcie, i fascisti sono tra di noi e se non li allontaniamo dal sistema democratico lo useranno ancora una volta per ribaltare le nostre società.