Il nuovo documentario Will Media sugli italiani in Europa cerca di dare una risposta ad alcune fondamentali domande che riguardano il fenomeno migratorio italiano. Nel reportage Giulia Bassetto, in viaggio tra cinque capitali europee (Parigi, Lubiana, Zagabria, Bruxelles, Amsterdam), intervista un copioso numero di expat italiani per conoscerne meglio le loro storie. Un esempio di giornalismo di alta qualità che ha un piccolo difetto e mostra, forse involontariamente, un comportamento illegale adottato da molti connazionali quando si trasferiscono.
Gli aspetti approfonditi nel documentario di Will
Si fanno le valigie
- Cosa ci spinge a partire?
- Qui l’autrice spiega il ruolo di input alla partenza svolto dal programma Erasmus+. Pone poi l’accento sull’idea sbagliata che alcuni cittadini hanno dell’Unione Europea come ente distante ai loro bisogni. Chi vive all’estero è cosciente, però, del contrario.
- Cosa ci spinge a restare all’estero?
- Questo punto risulta essere all’inizio molto triste. Parla di una cosa cara a questa nostra società in cui i beni materiali sono un must, ovvero i soldi. Via via che Giulia approfondisce il discorso, capiamo che oltre al denaro ci sono altri aspetti importanti, tra cui la vivibilità delle città e la libertà di essere chi si vuole. Inoltre Delfina, sociologa presso la Fondazione Migrantes, spiega che in barba alla tanto declamata invasione straniera, l’Italia è ritornata a essere un paese di partenze: «Il numero di chi ha deciso di partire è cresciuto negli ultimi diciotto anni del 91%».
- Gli incentivi economici funzionano?
- Ci sono stati diversi tentativi dei vari governi per incentivare il ritorno degli italiani. Uno tra questi, anzi l’unico citato è la manovra del rientro dei cervelli che sembrava funzionare. Infatti tra il 2017 e il 2020, si è visto un incremento dei rimpatri, che sono più che raddoppiati. A fine 2023 il governo Meloni ha dimezzato gli incentivi (forse per usarli in armi? ndr)
Complicazioni e speranze
- Le difficoltà di vivere all’estero
- Vivere all’estero non è facile. Uno dei più grandi problemi è trovare una camera. Tra le città mostrate, il caso più estremo è, a detta di Giulia, Parigi. Per fortuna, in Francia gli stipendi sono più alti che in Italia, e in generale in tutte le capitali europee se sei uno studente, le università ti possono dare una mano nel trovare un alloggio. Un altro ostacolo per gli italiani all’estero è la sanità. A questo proposito volevo segnalare un momento alquanto imbarazzante e che mostra l’illegalità italiana. Quando Giulia chiede alla platea di Amsterdam chi è andato in Italia almeno una volta solo per farsi curare, sono molti ad alzare la mano. Nella mia esperienza di expat a Berlino, so benissimo che quando vivi all’estero devi farti l’assicurazione sanitaria locale. Non puoi vivere qui ed essere registrato in Italia allo stesso tempo. Chi fa il contrario sta cercando di fregare il sistema. Anche per vivere ad Amsterdam la situazione non è diversa. Secondo le mie ricerche, per vivere in Olanda ti serve un’assicurazione sanitaria privata obbligatoria. Il costo è di circa 100/150€ al mese a persona, e varia leggermente a seconda della compagnia scelta.
- Cosa significa Italia per chi vive all’estero?
- Le risposte sono più varie. Speranza, potenziale, l’Italia mi ha dato il via. Un fatto è sicuro però: trasferirsi è un modo per arricchire il proprio bagaglio culturale.
- Cosa significa Europa per chi vive all’estero?
- La risposta più gettonata è stata “opportunità“.
La critica al reportage di Will Media
L’unica pecca di questo bellissimo reportage di Will è, a parer mio, il modo in cui hanno scelto gli intervistati. Dei 29 interpellati, solo il 10,3% erano dell’Italia meridionale (almeno dall’accento). Questo è molto avvilente visto che i dati mostrano dei numeri leggermente diversi. Secondo il “Rapporto Italiani nel Mondo 2023” della Fondazione Migrantes, le percentuali degli italiani emigrati per regione hanno una distribuzione abbastanza uniforme.
I dati Migrantes
- Lazio: l’8,7% degli emigrati italiani proviene dal Lazio.
- Sicilia: circa il 14% degli italiani all’estero proviene dalla Sicilia.
- Campania: segue con il 9,2%.
- Lombardia: circa il 9,3% degli italiani all’estero viene dalla Lombardia.
- Calabria: contribuisce con il 6,5%.
- Puglia: circa il 7,4%.
- Veneto: il 9,3% proviene dal Veneto.
Gli intervistati da Giulia Bassetto
- Martina, Lubiana: Italia settentrionale
- Ragazza con gli occhiali al Townhall di Bruxelles: Italia settentrionale
- Anna, pasticcere, Parigi: Italia settentrionale
- Fabiola, capa di gabinetto, Parigi: Italia settentrionale
- Ragazzo con giacca beige, Townhall di Bruxelles: Italia settentrionale
- Alberto, Bruxelles: Italia settentrionale
- Martino, ricercatore: Italia settentrionale
- Adnan, volontario ESC: Italia settentrionale
- Letizia, digital communications officer: Italia settentrionale
- Delfina, sociologa Migrantes: Italia settentrionale
- Ragazzo giacca e camicia, Townhall di Bruxelles: Italia settentrionale
- Ragazza con gli occhiali, Townhall di Bruxelles: Italia meridionale
- Martina, consulente, Lubiana: Italia settentrionale
- Elisa, impiegata, Zagabria: Italia settentrionale
- Mattia, ballerino, Zagabria: Italia settentrionale
- Mauro, mamager, Amsterdam: Italia settentrionale
- Carla, cantante, Amsterdam: Italia settentrionale
- Ragazza maglione verde, Townhall di Lubiana: Italia meridionale
- Sivia, attrice, Zagabria: Italia settentrionale
- Davide, manager, Parigi: Italia settentrionale
- Irene, studentessa, Amsterdam: Italia settentrionale
- Ragazza maglione nero, Townhall di Parigi: Italia settentrionale
- Maria Chiara, direttrice, Parigi: Italia settentrionale
- Ragazzo camicia blu, Townhall di Amsterdam: Italia settentrionale
- Ragazza maglione blu, Townhall di Amsterdam: Italia settentrionale
- Stefano, ingegnere, Bruxelles: Italia settentrionale
- Ragazzo maglione beige, Townhall di Bruxelles: Italia settentrionale
- Eleonora, giornalista, Bruxelles: Italia meridionale (Roma)
- Ragazza maglione nero con background culturale misto, Townhall di Lubiana: Italia settentrionale
Un piccolo grande difetto del documentario Will
Il documentario mostra in fin dei conti un popolo italiano bello, intraprendente, sognatore e lavoratore. Proprio per questo motivo, tenere la percentuale di intervistati tra nord e sud più omogenea possibile doveva stare in cima alla to-do-list di Giulia. Se vuoi parlare degli italiani all’estero, non puoi dare voce solo a quelli che provengono da una parte del paese.
Ciononostante, il lavoro di Giulia e della redazione di Will Media è come sempre impeccabile e merita di essere condiviso.