Lo Straniero – Voglio Solo che mi Ascolti

lo straniero voglio solo che mi ascolti capitolo I del radiodramma - opera creata da autore sconosciuto per le strade di berlino

Qui di seguito i testi e i podcast di Voglio Solo che mi Ascolti, un viaggio interdimensionale diviso in due atti. Partecipa al prossimo evento Facebook!

Atto I

Il cammino inizia con tanta speranza. Prepari le valigie in fretta e dici a tutti addio, anzi arrivederci. Non sai che cosa succederà. È come se a un tratto la tua vita sia diventata il film Easy Rider. È come se avessi un moto, anche se in realtà la moto non ce l’hai. Ma ti senti così: libero, creativo, indipendente e allo stesso tempo poco apprezzato da quelli che ti stanno intorno. “Vado via, non ho bisogno di voi. Ho bisogno di me”, pensi.

Scegli qualcosa di nuovo, qualcosa che in un certo senso ti fa paura. E quel tuo essere un po’ sfigato che adesso prende il sopravvento e si eleva alla massima potenza. Orgoglioso, non senti nessuno. “Ti prenderai la peste, morirai solo, piangerai lacrime di sangue”. Le più brutte catastrofi di chi prova a metterti contro il tuo destino, non ti fanno nessun effetto.

Sei forte o almeno credi esserlo.

Dal cassetto del tuo comodino prendi le chiavi della moto ovvero prendi i biglietti dell’aero. Perché non siamo più negli anni settanta, ma fa più figo pensare che quel foglio A4 sia la chiave della tua libertà, appunto la chiave della moto.

Parti. Accendi i motori e senza nemmeno guardarti indietro per salutari chi tra i pochi è venuto alla stazione, lasci quel luogo che forse un giorno vorrai vedere di nuovo.

Ma sul tragitto qualcosa accade…

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Atto II

…Qualcosa accade, come accade sempre. Il segreto però è godersi il viaggio, o almeno far finta di goderselo.

E ti scontri con le prime persone. Fare lo straniero, non è la cosa più bella del mondo, non lo è come ti avevano fatto credere i libri, i film, il romanticismo e gli eroi delle civiltà antiche. Nella nuova terra, i sole risplende solo per chi non ha niente da dimostrare. Da straniero si parte molte volte in svantaggio. Si parte da zero. Più una società ignora il passato di un migrante, più questa società è arrogante.

Devi essere in grado di dimostrare alla nuova gente che ti ha accolto, che non sei nato da poche ore. Molte volte si sottovaluta un forestiero. Si pensa di lui come un’entità mai esistita prima di arrivare nella nuova terra. Nei casi peggiori, come qualcuno che non sia mai nato: devi imparare la lingua, devi studiare di nuovo, devi cercare un lavoro, farti degli amici, andare al supermercato e comprare i prodotti locali, partecipare alle feste nazionali…. Queste importanti azioni di integrazione sono in verità delle mere rappresentazioni estetiche della nostra società. Sono simbolo di: devi nascere, crescere, imparare a camminare.. Insomma devi imparare a vivere. Come se essendo straniero non avessi mai vissuto.

“No, aspetta! Io ho già studiato. No, aspetta! Ho già avuto esperienze lavorative, ho già amato, ho i miei talenti, i miei difetti ma sono come voi!”. Tutto tempo perso.

E allora non ti resta che fermati, guardarti intorno e andare avanti. Lottare per i tuoi diritti, non importa se anche nella nuova terra sarai un appestato, non permetti a nessuno di prendersi gioco di te.

Ed è questo che alla fine ti dà la forza e ti permette, come diceva qualcuno, di goderti il viaggio.

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Se i Podcast e i testi ti sono piaciuti Ascolta qui sotto per intero il CAPITOLO I “Lo Straniero”, e condividilo con le persone a te care.

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