Un artista spaesato: Baby Reindeer

Baby Reindeer immagine serie netflix

Ho provato una forte connessione con il protagonista di Baby Reindeer, perché anche io sono stato e continuo a essere un artista spaesato. Tanti anni fa dopo la laurea mi sono trasferito in una grande città e ho cercato — cerco tutt’ora — di affermarmi nel mondo artistico e non solo.

Uno degli aspetti che più mi ha colpito in lui e in cui mi sono molto rivisto è quel desiderio di piacere a qualcuno, soprattutto se quel qualcuno è un tuo superiore.

Anche io vittima di un abuso di potere

Un mio datore di lavoro omosessuale mi invitò nella sua camera d’hotel, una sera, dopo un evento aziendale. Non è questa la sede per parlarne nei dettagli, però c’è da dire che io non ero al corrente della sua omosessualità. È successo che quando stavamo ritornando nelle nostre rispettive camere mi invita a entrare da lui. In quel momento non ero consapevole della bruttezza di quel gesto, tutto quello che volevo, era essere accondiscendente. Avevo cercato lavoro per tanto tempo e non volevo perderlo a causa di un mio rifiuto, non volevo farlo arrabbiare. “Cosa penserà se rispondo di no? Che sarà mai!”. Accettai e non mi accorsi che quell’omone stava in verità attuando un abuso di potere.

Molti si saranno chiesti “Perché Donny ha accettato?”. Per loro vale la risposta: se non vi siete trovati in una situazione del genere forse non potrete mai capire.

La trama di Baby Reindeer

In sette episodi Baby Reindeer sviluppa una storia intricata in parte sporcata da un finale ambiguo. Donny (Richard Gadd) un aspirante comico scozzese si trasferisce a Londra. Nel pub in cui lavorava incontra Martha (Jessica Gunning), la quale inizia a essere ossessionata da lui. Il rapporto malato con Martha porta a galla le ferite psicologiche ricevute da Darrien (Tom Goodman-Hill), uno scrittore che aveva abusato di lui.

Gli uomini sono poco creduti

Nel dibattito che riguarda i delitti e le illegalità intorno alle relazioni d’amore, lo stalking riveste un ruolo molto importante. In Baby Reindeer possiamo vedere quanto sia difficile per un uomo da un lato ammettere di essere una vittima e dall’altro farsi credere dalle autorità. Donny esita, non prende molto sul serio le azioni di Martha.

Se i ruoli fossero stati invertiti quel Donny là sarebbe stato dipinto come un mostro e non sarebbe stato umanizzato nemmeno nel finale come è successo invece a Martha. La stalker alla fine è stata quasi riabilitata, “Poverina, è malata, è una vittima del sistema”, non lo hanno pensato soltanto in molti, ma in parte lo ha detto in diverse interviste anche il creatore della miniserie Netflix.

Anche io non sono stato creduto

Sono tante altre le scene in cui ho rivisto me. La seconda e ultima che vorrei citare è quella in cui la polizia non lo prende sul serio. Mi ha fatto pensare a quella volta in cui andai da un avvocato per chiedere un consiglio legale riguardo a una ragazza che frequentavo e che mi aveva rubato libri e aveva approfittato economicamente di me. Anche in quel caso. come per Donny, l’autorità non fa il suo dovere. Io però sono stato più coraggioso del protagonista, prima di andarmene gli ho detto: «Se fossi stato una donna mi avrebbe aiutato».

Baby Reindeer ci mostra le vicende di un artista spaesato, imperfetto, poco creduto, fragile. Se mettiamo da parte il suo lato artistico, possiamo dire che Richard Gadd ha fatto l’identikit dell’uomo moderno.

La figura dell’antieroe: il vero abusato

La serie ha i suoi punti deboli però. Sarebbe stata perfetta se non avesse cercato di creare patetismo sulla figura di Martha e se il protagonista alla fine non avesse accettato i soldi del suo carnefice pur di fare successo.

Chiediamo troppo d’altronde. A causa del cinismo del finale — tanto lodato dal creatore — tutti gli sforzi per rappresentare un uomo bianco come una vittima vengono meno. Ma quale vittima e vittima, l’artista spaesato Donny deve essere anche un cinico pronto a sputare in faccia al dolore che l’abuso ha causato a lui e alle persone che lo circondavano. Donny deve essere dipinto come l’ennesimo antieroe. Sfortunatamente, l’immagine dell’antieroe è stata sempre più sfruttata nella nostra epoca. Le persone pure non esistono più, secondo gli sceneggiatori dei giorni nostri, e l’unico vero abusato risulta essere appunto l’antieroe, che torna anche quando non ce ne sarebbe di bisogno.

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