La Comunicazione – Voglio Solo che mi Ascolti

la comunicazione voglio solo che mi ascolti - capitolo VIII del radiodramma di giuseppe govinda - sticker di autore anonimo su un muro di berlino

Qui di seguito i testi e i podcast di Voglio Solo che mi Ascolti, un viaggio interdimensionale diviso in due atti. Partecipa al prossimo evento Facebook!

Atto I

In apparenza la tua mente è più veloce delle tue mani. Scrivi. Prendi le immagini dal tuo cuore e portale su un foglio. Non importa se elettronico o di carta vera e propria. Il tuo diario è un luogo dove puoi dire di tutto.

La comunicazione può essere semplificata in questo modo: ci sei tu, l’Emittente, e l’altro il Ricevente. Quando un messaggio viene inviato, è influenzato da diversi fattori: il primo è quello dentro di te, da come ti senti in quel momento, da quello che sei, o quello che sarai; poi ci sono i mezzi esterni che alterano il messaggio, una sorta di inquinamento acustico; da un lato l’inquinamento visibile, o per meglio dire udibile, cioè una moto che è appena passata, una voltante della polizia locale che insegue un fuggitivo, un martello pneumatico; dall’altro i fattori esterni non visibili, ovvero  quelli dovuti dalle interferenze spazio temporali e che sono la causa di fenomeni cognitivi come i rapporti telepatici, e il cosiddetto déjà vu.

Dopo un lungo viaggio, il messaggio raggiunge il ricevente che a sua volta lo interpreta filtrandolo attraverso i fattori di disturbo determinati dalla sua soggettività .

Cosi ciò che si dice, è quasi sempre diverso da quello che voleva essere detto in origine.

In un rapporto comunicativo a causa di tutti questi fattori diventa molto difficile poter ascoltare e capire realmente. Scrivere permette di limitare questi elementi di disturbo. Allora che aspetti? La tua storia è già iniziata.

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Atto II

L’universo ti comunica i suoi cicli perenni. Ma qualcosa è in pericolo…

Lo scopo, o referente, che il messaggio possiede viene quasi sempre alterato. La comunicazione è un infinito fraintendimento di significato. L’insieme delle regole, o codici, si evolvono in continuazione perché i fattori di disturbo li modificano con il passare del tempo.

Per ovviare a questo guaio, viene usata la cosiddetta Ridondanza, ovvero l’invio di messaggi secondari volti ad assicurare la riuscita della comunicazione. Usando le mani ad esempio permetterai che il tuo saluto sia arrivato al tuo vicino di casa non solo dal punto di vista sonoro, ma anche da quello visivo. Il destinatario, grazie a questo piccolo gesto, avrà capito cosa volevi dirgli anche se le sirene dei pompieri si erano sovrapposte alle tue parole.

Siamo qui per condividere i nostri doni naturali. La luce non è qualcosa che può essere fraintesa. È lì e contiene tutti i colori immaginabili e inimmaginabili. È ridondante, multipla, analogica, completa, inequivocabilmente ambigua, e allo stesso tempo generalista e concreta. I codici che regolano i suoi meccanismi, anch’essi modificati, rappresentano una chiara prova di come le alterazioni, possano creare i presupposti favorevoli alla vita.

Sii come la luce. Lei comunica tutto. Non farti spaventare dalle trasformazioni inaspettate, dai fattori esterni e interni che possono alterarti. Quando comunichi utilizza anche tu il principio della ridondanza. Sii eclettico.

Qualsiasi parola raggiunge il suo obiettivo se protetta dal tuo cuore.

La completezza del significato risiede proprio nel suo essere imperfetto.

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