Lo Sport – Voglio Solo che mi Ascolti

lo sport voglio solo che mi ascolti - capitolo VII del radiodramma di giuseppe govinda

Qui di seguito i testi e i podcast di Voglio Solo che mi Ascolti, un viaggio interdimensionale diviso in due atti. Partecipa al prossimo evento Facebook!

Atto I

Pratica sport quanto ti pare, ma se sei marcio dentro non servirà a niente. I possibili effetti positivi che l’attività fisica dovrebbe dare al corpo, sono chiaramente dimostrati. C’è chi dice che bisogna camminare 15 minuti al giorno, c’è chi dice che non basta camminare, ma bisogna fare esercizi mirati, c’è chi fa yoga, arti marziali, c’è chi va in bici tutti i giorni al lavoro, chi mangia solo proteine ed evita i grassi, poi c’è chi fa nuoto, aerobica, calcio, basket, rugby, baseball, danza moderna, tradizionale… Tutta questa gente, fa bene a nutrire il proprio corpo, ma accrescere i propri muscoli non vuol dire aiutare la nostra aura energetica.

Per questo bisogna fare altro.

Se stai male non è perché non fai sport. Un malessere deve essere estirpato alla fonte. Se non eliminerai tutti i fattori che causano i tuoi acciacchi, non ti sarai veramente curato, avrai soltanto tappato quel buco da dove il male si manifesta. Ma in futuro quel dolore verrà fuori da un altro buco. Poiché tu sei come un tubo. Più il tempo passa, più il tubo inizia a rovinarsi. Ci sono fattori esterni che lo rovinano velocemente, creando delle fratture da cui esce il liquido vitale: se tapperai questa frattura, non farai altro che trovare una soluzione temporanea, perché presto ciò che l’ha provocata, ne creerà un’altra. Riportandoti a una ennesima situazione di malessere.

Allora non dimenticare: nutri il tuo corpo di energia

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Atto II

Il corpo non ascolta le ragioni della mente.

Potrai trovare serenità, vivere la vita che ritieni adatta a te, dipingere, scrivere un libro, iniziare un corso di teatro, realizzare i progetti che ti stanno a cuore. Riappropriarti delle tue cose, avere il controllo di quello che sei. Potrai fare tutto ciò, solo se ti sarai riavvicinato con l’universo.

Il cammino è lungo e impegnativo, ma con la forza di volontà riuscirai a raggiungere i tuoi obiettivi.

Come un corridore, non dovrai mollare. Prima della partenza dovrai riscaldare i muscoli, prendere posizione e al segnale scattare più in fretta che puoi. A differenza di un olimpionico, non correrai contro qualcuno, ma contro te stesso. O per meglio dire contro gli altri Te, ognuno dei quali corre a sua volta per un obiettivo. Tutti i partecipanti sono importanti, ma a vincere sarà quello che è poi l’obiettivo che ti rappresenta di più. È anche vero, che un corridore può scivolare perché qualcuno avrà lasciato una buccia di banana sulla pista, o perché metterà inavvertitamente il piede male e si slogherà una caviglia. Anche il caso svolge quindi un ruolo essenziale. Alla fine dei 200 metri, il te stesso che farà il tempo migliore salirà sul gradino più alto del podio. Ma fai attenzione: al secondo e al terzo posto ci saranno altri due te.

Indossa le scarpette o se preferisci vai scalzo.

In questa grande gara che è la vita, c’è solo un vincitore, e quello sei tu.

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