Alice Phoebe Lou non è più la stessa – Music Review

Alice Phoebe Lou non è più la stessa - music review

Seguo Alice Phoebe Lou dal 2014, quando ancora la cantante di colore “bianco” e sudafricana (probabilmente prodotto dell’apartheid), si esibiva in strada a Berlino

Eravamo al massimo 4 persone: io, e tre suoi amici. Cecchetto o Pippo Baudo direbbero “l’ho praticamente scoperta io”.

Non lo dico a caso, avendo lavorato per radio in FM come Radio Zammù, etichette discografiche come la Motor Entertainment, e avendo intervistato e filmato artisti internazionali come Kissogram e Kaki King, ho una certa esperienza, e se lo dico io dovete credermi: Alice non è più la stessa. Ve lo dice il sottoscritto, che le ha dato tra i primi al mondo visibilità su YouTube e sul web grazie al mio canale e al mio blog.  

Come molti di voi sanno, sul mio canale YouTube IsoladelleroseTV avevo pubblicato nel 2014 / 2015 dei video su di lei che avevano riscosso grandissimo successo. Importanti magazine, stazioni radio, blogger di tutto il mondo avevano visto e condiviso, in modo particolare, un video che aveva più di centomila visualizzazioni. Utilizzo il passato perché è successo qualcosa…

Un sabato di agosto ho visto un suo concerto gratuito in un parco di Berlino. Penso fosse anche un concerto non autorizzato e dove nessuno rispettava le distanze, tra parentesi io ero l’unico a indossare una mascherina di protezione. Alice ha fatto un’esibizione molto brutta. Capelli rasati, voce roca, sembrava ubriaca o come direbbero alcuni “high”. Ha stonato diverse volte. Sembrava sofferente… Sembrava una persona che non apprezzasse il suo pubblico. Per esempio, un individuo, forse un fan, parlava forte (o cantava insieme a lei) a qualche metro di distanza e lei si è lamentata dicendo “ma che cavolo urli”. Alla fine ha ringraziato il pubblico con fare poco cortese e sarcastico dicendo: “se venite qui a comprare i miei dischi non toccatemi, ciao”. Un silenzio imbarazzantissimo…

Alice Phoebe Lou, un mix mal riuscito tra Katie Melua e Norah Jones, non è nemmeno questo ormai. Una cantantina che vuole fare la rock star ma che ha perso connessione con la realtà. 

Durante il concerto ha suonato le hits “She”, “Something Holy”, “Berlin” e un paio di nuovi pezzi malissimo. Ma non male come farebbe Anthony Kiedis o Janis Joplin, ma male da dilettante. Nella mia vita e nella mia carriera di music reviewer non ho mai assistito a un concerto fasullo come quello.

Ciononostante, visto che la rispettavo, mi sono detto che avrei pubblicato il live nel mio canale YouTube IsoladelleroseTV, ero andato proprio per quell’obiettivo. E l’ho fatto, scrivendo pure delle parole bellissime nei suoi confronti, perché in fondo mi faceva tenerezza. Ho lavorato, gratuitamente, durante ferragosto fino alle 5 del mattino per creare un video bello. Aggiungendo didascalie, facendole apertamente pubblicità, non chiedendo mai niente e nemmeno un Iscrizione al canale. Con grande rispetto volevo darle ancora una volta visibilità. Ma un paio di giorni dopo leggo un suo messaggio che non mi aspettavo sotto al video nella sezione commenti, in cui mi chiede frigida e poco amichevole di cancellare il contenuto. Le chiedo spiegazioni e mi risponde su Instagram. Dice che non le avevo dato il permesso e che aveva suonato pezzi nuovi accusandomi di non rispettare la sua arte.

Ma chi ti credi di essere Alice e con chi credi di parlare? Quando un giornale parla di te, o una firma della critica musicale scrive un articolo nei tuoi confronti, tu che fai lo banni? Tu non stai chiedendo a un influencer (che non sono) qualunque di cancellare un tuo video, tu stai chiedendo a un portale di non parlare di te. E per di più le royalties del video sarebbero andate tutte a te e al tuo management. Della serie, ti faccio pubblicità, ci guadagni pure e ti lamenti? Ma nemmeno David Bowie. Ti lamenti delle canzoneinuove: ma non te lo hanno insegnato che quando si scrive un pezzo non si fa sentire a nessuno, benché meno non si suonino in un concerto all’aperto, gratuito davanti a centinaia di persone?

In passato avevo pubblicato alcune sue esibizioni. In modo particolare avevo pubblicato un suo video di un pezzo che nel 2015 era nuova canzone, e che anche grazie a me è diventata famosa. Quella canzone era “Haruki”. Ai tempi la bionda sudafricana figlia dell’apartheid non aveva niente in contrario alla pubblicità gratuita, chi se la cacava d’altronde, e quando le scrissi su Facebook, non aveva mostrato nessun sentimento di opposizione alla pubblicazione del video… Una volta poi, la incontrai in strada, dopo una serata, e le dissi, devo ammetterlo emozionato, che avevo pubblicato dei video su di lei sul mio canale, e la musicista anche in quell’occasione non mostrò nessuna opposizione.

Perché ti rimangi le parole?

Ma era il 2014. Lei oggi nel 2020, dopo una nomination all’oscar per la colonna sonora di un film, non ha più bisogno degli altri. “Si è fatta i soldi”, direbbe qualcuno.

Sapete una cosa? Dopo avermi intimato di cancellare il nuovo video, cosa che ho fatto subito senza esitazione rispettando la sua richiesta, mi ha inviato uno strike contro il mio canale riguardante i suoi video del 2014/2015… Uccidendo con un click, come un’assassina digitale, definitivamente ciò che avevo creato in tutti questi anni.

Ha perso la capacità di essere protagonista di un palco, ha perso poi la sua umanità.

Alice Phoebe Lou non è più la stessa e se continua così si autodistruggerà, ricordatevi le mie parole.

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