La memoria è tutto quello che abbiamo. Il concepimento del genocidio degli Ebrei partì nel cuore dell’Europa che si definiva (e si definisce tutt’oggi) colta e civilizzata.
Il 27 Gennaio è il giorno della commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo e del fascismo, dell’Olocausto e del ricordo di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati. La data è simbolica perché il 27 gennaio del 1945 l’Armata Rossa arrivò ad Auschwitz scoprendo così il suo campo di sterminio. Ogni anno partono da diverse parti d’Europa i cosiddetti Treni della Memoria: in Italia l’iniziativa è organizzata dall’associazione piemontese Terra del Fuoco e permette a 32mila ragazzi dai 16 ai 19 anni provenienti da molte regioni di visitare il campo di Auschwitz e il ghetto di Cracovia. Si arriva lì in treno, a simboleggiare quei convogli che trasportavano gli ebrei – per esempio dal binario 21 della stazione di Milano il 30 gennaio del 1944 partirono 650 ebrei verso la morte e la sofferenza.
Rancori contro Israele
Alcuni paesi islamici purtroppo confondono il rancore verso lo stato di Israele e della sua politica discutibile con l’antisemitismo. Molti però non ignorano che come gli ebrei anche gli arabi sono semiti.
Così accade che leader islamici diffondono tesi negazioniste e promuovono la cultura della menzogna.
Oltretutto c’è da dire che nei paesi dell’Islam e nei loro libri non si parla mai di olocausto (almeno è ciò che dicono gli esperti in materia), ma sarebbe giusto se almeno gli studenti di quei paesi in cui si manifesta per la democrazia e in cui vengono ribaltati governi e governanti nel nome della libertà, incominciassero a conoscere alcuni dei loro connazionali che hanno lottato privatamente contro i nazisti. Come l’arabo Khaled Abdul-Wahab, un giovane imprenditore musulmano che nel 1942, durante l’occupazione nazista della Tunisia, nascose decine di ebrei salvandoli dalla deportazione.
Un albero nel Giardino dei Giusti a Milano sul Monte Stella cresce per A Khaled dal 2009
Come diceva Kahlil Gibran, scrittore libanese: «Il ricordo è un modo d’incontrarsi».
Allora saliamo su quel treno e facciamo conoscenza di quelle famiglie che hanno perso tutto. Di quegli eroi che hanno avuto il coraggio di ascoltare la propria coscienza.
27 Gennaio 1945.